Walking on green meadows
I saw you and
my heart opens its doors
once again.
I heard the waterfalls
and in that forgotten beat
we’re still as one.
Your cuddles with
your lips light up
this night of Love.
© Francesco Iodice
Immagine dal Web
Walking on green meadows
I saw you and
my heart opens its doors
once again.
I heard the waterfalls
and in that forgotten beat
we’re still as one.
Your cuddles with
your lips light up
this night of Love.
© Francesco Iodice
Immagine dal Web
Mira l’umbro orizzonte al calar del sole
e cerca tra le sue rosacee nuvole
il calore di quella luce che
si fa spazio tra le antiche mura
della francescana città
donando all’anima la sua libertà
mentre un timido vento sfoglia
il diario di viaggio annotando
tra le sue pagine la descrizione
di un attimo eterno che
abbracciandoti dice:
questa è la felicità!
© Francesco Iodice
Foto personale
Per aver quell’attimo di serenità
dedicai all’anima quel giorno di felicità
lontano da tutti, lontano dagli occhi
e lontano dai drammi del cuore.
Lo sguardo fu rapito dal letto blu che,
con le sue onde spumose, infranto fu
da quell’ultimo battito d’ali
del vispo gabbiano, incatenando
gli occhi miei a un’incantevole
visione: perfetta solitudine
dove non si muore mai.
© Francesco Iodice
Immagine dal Web
Winter wings blow in
our world while together
we search the heart’s rest:
the power of gravity attracts us.
You smile me and
a beautiful sunset takes
this our moment away.
© Francesco Iodice
Immagine dal Web
Mirar quel labile
e impercettibile battito d’ali che
s’infrange col rosso tramonto
nell’umbro orizzonte
mentre il mio pensier
giunge a quel remoto
tempo di errori fallaci
svaniti e sbiaditi
come il rosaceo colore
su queste antiche mura
e, ora, sorridendo
giunge del cambiamento
il momento dorato
come i girasoli dei campi che,
spinti dal vento, dalla valle
indicano il cammino
verso la strada di una nuova luce.
© Francesco Iodice
Immagine dal Web
S’è infranto quel tenue riflesso di noi
sulla cresta della scogliera partenopea
mentre ammiro la quiete portata dal vento
che insegue il feroce battito d’ali
tra le braccia dell’insana tempesta
funesta in un malinconico mattino
gridando, con intenso coraggio,
il desiderio di un risveglio
allo spietato tormento
del nostro intimo ricordo:
l’ultimo bacio,
tra lacrime e l’insolito saluto
amaro bagnato dalla pioggia serale
nella stagione dell’Amore
che non tornerà più.
© Francesco Iodice
Una strada, la memoria
Tu e quel bacio inaspettato:
erano giorni leggeri e
si ballava l’incantevole musica
illuminati dalla calda luce
nel tempo delle rose
col soffio del vento che
abbracciava tutte le piccole cose.
Nodo alla gola al caro
ricordo nel nostro dolce mondo e
profondo fu il colpo al cuore
al momento diviso tra
i prati e le sabbiose rive
irrigate dalle ombre dei sorrisi
e degli abbracci sperati
persi nelle salate lacrime:
promessa sussurrata su
quella tua voce che, col mare
donava senso con sentimento.
Il ritmo di quella lenta
ballata toccò il credo
e la fiducia dell’Amore,
si riaccese la fiamma che,
a trent’anni, ha la voglia,
ancora, di gridare:
“cerco il conforto nello sguardo
della tua stagione con
l’impronta impressa alla tua
risposta e il semplice attimo
tra le tue braccia che mi lascia,
da sempre, senza fiato”.
© Francesco Iodice
Immagine dal Web
Scende, nella sua caduta,
il grecale vento che, con voce muta,
raffredda le autannali giornate:
arriva Dicembre e, alla memoria,
i colori del Natale, con la sua storia,
apre il cuore alle sue meraviglie.
Gelati, e un po’ raffredati, cerchiamo
il conforto al ristoratore fuoco che, ora,
lentamente brucia, nel camino benritrovato
dopo che, nell’estivo cammino, ha riposato.
© Francesco Iodice
Immagine dal Web
Attenderti sotto la
pioggia cogliendo nello
straordinario viso che,
tra le nuvole, illumina la luna
il tuo sorriso e assaporare l’etereo
attimo del primo raggio di luce
nelle ombre evanescenti
mentre l’allodola bagnata di
rugiada comincia a cantare.
Amarti accarezzando la folle
idea, nata per caso, nell’impressione
del sol levante, di un fugace istante da
cogliere con la nuova aurora
abbracciandoci teneramente:
siamo noi, alla fine dell’arcobaleno,
quando ci baciamo dolcemente.
© Francesco Iodice
Immagine dal Web
Dolce risveglio
passeggiando e cullato
dalle lacrime di una Domenica
grigia con la melodia delle
campane a festa mentre
lievi colpi sull’arida
terra bagnata alleviano il cammino
del peregrino errante che,
illuminato da un timido sole
nascosto tra le maglie scure e
sospinto dalle gelidi brezze di
questa nuova primavera,
ha il volto illuminato dai dardi
splendenti che cercano di farsi
spazio tra le nuvole sparse
nell’immenso oceano del cielo.
E percorrendo il lungo tratto,
ogni suo passo accompagna
la musica della pioggia primaverile
inspirando nell’animo del cantor
il sorriso che nasce ascoltando
ogni respiro del cuore che,
innamorato, ogni singolo giorno
coglierà l’armonia del suo intenso legame
alla sua amata.
© Francesco Iodice
Immagine dal Web