Ferma è l’esperienza sul ciglio dell’altissimo
monte mentre il pensiero s’interroga, ora,
sulle falsità di me stesso progettando del nuovo
viaggio l’opportunità abbandonata e trascurata per
quella lontana fantasia alimentata dalle assurde
chimere che nel temporaneo silenzio
trovarono il loro assenzio.
La forte arresa all’indicibile muro dello
sconforto cede il passo, tutto d’un fiato, al conforto del
ritrovato valore dell’anima che, persa la sua unicità
tra le mille pagine dell’utopico tempo,
si lascia condurre dalla novità della sua dignità
per tornare a splendere di un sogno che,
con la sua luce, ammette: “non sarà ancora illusione
ma respiro di una nuova e vivente stagione”.
© Francesco Iodice
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